venerdì 13 aprile 2012

Raul Bova Le Luis Brutton e il mio cappellino BOY



E’ stata dura crescere in un paese come Cerzeto. Quaranta chilometri  da Cosenza, meno di 1300 abitanti, specialmente negli anni ottanta, per un ragazzo particolare come me.
Ho sempre avuto un gusto innato per i gadget e per i vestiti griffati.
Ma a Cerzeto, negli anni ottanta la gente comprava i jeans taroccati ai mercati, ed esibiva delle truci cinture con la “ciappa” finto El Charro.

Crescendo i tempi sono un po’ migliorati, specialmente da quando mi sono trasferito a Roges di Rende e ho iniziato a fare la vita dello studente Unical, versione Gay Pride.

Del resto sono uno cresciuto col mito di Elton John e di Micheal Jackson, che volete farci. Una cosa che non digerisco sono le ragazze prive di stile, quelle che comprano borsette non autentiche, da fiera di San Giuseppe, con marchi improbabili come Luis Brutton, D&C, Lokosta, e Naik.

Ma poi del resto, chi se ne frega, tra poco parto, me ne torno in Spagna, lì si che hanno gusto e che sono avanti, altro che a Cerzeto dove le ragazze indossano con una certa fierezza le loro non autentiche Luis Brutton. Altro che Versace Originale!

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